Nel panorama economico italiano, trasparenza e rispetto delle normative assumono un ruolo sempre più centrale. In questo contesto, il Rating di Legalità, promosso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), si conferma uno strumento fondamentale per valorizzare le imprese virtuose.
L’ultima Relazione annuale dell’AGCM, presentata nel 2025 e riferita alle attività svolte nel 2024 e nei primi mesi del 2025, offre un quadro dettagliato sull’evoluzione e sull’impatto del Rating di Legalità, confermandone la crescente rilevanza nel contesto economico nazionale.
Un’adozione in continua crescita: i numeri del Rating di Legalità
Secondo quanto riportato dall’AGCM, al 31 dicembre 2024 sono 14.580 le imprese titolari di un Rating valido, un numero che evidenzia un consolidamento significativo.
Nel solo 2024, l’Autorità ha ricevuto 9.094 domande, registrando un incremento del 7% rispetto al 2023 e del 39% rispetto al 2022. I procedimenti conclusi con l’attribuzione, il rinnovo o l’incremento del Rating sono stati 7.932, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente.
Questi dati testimoniano una crescente consapevolezza da parte delle imprese italiane dell’importanza di dotarsi di questo riconoscimento, percepito sempre più come un asset strategico per rafforzare reputazione, credibilità e competitività.
Chi richiede il Rating: profilo delle imprese
L’analisi delle domande pervenute rivela che circa il 90% delle richieste proviene da piccole e medie imprese (PMI), con un fatturato annuo inferiore ai 50 milioni di euro. In particolare, oltre il 70% delle richieste è stato presentato da aziende con fatturato compreso tra i 2 e i 15 milioni.
Per quanto riguarda i settori di attività:
- Manifatturiero: oltre il 37% delle richieste
- Costruzioni: circa il 22%
- Commercio: il 16%
Queste cifre delineano con chiarezza il segmento di imprese che maggiormente percepisce il Rating come un’opportunità concreta di crescita e posizionamento competitivo.
Legalità come valore strategico: le principali criticità riscontrate
La Relazione AGCM 2025 evidenzia anche le motivazioni principali per il diniego o la revoca del Rating. Tra le cause più frequenti:
- Violazioni in materia di sicurezza sul lavoro: 38%
- Reati tributari e contributivi: 16%
- Reati ambientali: 15%
Questi dati forniscono indicazioni chiare sulle aree critiche che le imprese devono presidiare con maggiore attenzione per poter accedere o mantenere il Rating, contribuendo così a rafforzare non solo la propria legalità formale, ma anche la sostenibilità sostanziale dell’attività aziendale.
Legalità e competitività: un binomio imprescindibile
L’inserimento del Rating di Legalità nella Relazione AGCM sulla competitività delle imprese italiane non è casuale. In un mercato sempre più orientato alla trasparenza, alla responsabilità sociale d’impresa (CSR) e all’allineamento con i criteri ESG, la legalità si afferma come una leva competitiva sia a livello nazionale che internazionale.
Aderire a standard elevati di condotta etica consente alle aziende di inviare un segnale forte e credibile al mercato: operare in modo responsabile e conforme genera fiducia, facilita l’accesso a finanziamenti, rafforza le relazioni con stakeholder pubblici e privati e migliora il posizionamento nei mercati globali.
Conclusione: un investimento per il futuro
Il Rating di Legalità, come evidenziato nella Relazione AGCM 2025, non è più un’opzione accessoria, ma una scelta strategica imprescindibile per tutte le imprese che intendono crescere in modo sostenibile e competitivo. I numeri lo dimostrano: la cultura della legalità sta diventando un pilastro su cui costruire valore duraturo.